La nostra reputazione: vogliamo essere o apparire?

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Essere o apparire, questo è il dilemma di oggi. Catturati dall’idea di dover mostrare agli altri il meglio di sé per mantenere un’immagine positiva, spesso è facile dimenticarsi quanto si è influenzati da questo fenomeno sociale.La reputazione è qualcosa che ti crei: Socrate sosteneva che per dare di sé un’immagine positiva, bisogna comportarsi di conseguenza. Però che succede quando da un momento all’altro iniziano a girare certe voci, certe dicerie su qualcuno?
Che sia vero o che sia falso, quello che si dice di qualcuno influenza la sua reputazione quasi in maniera irrimediabile: improvvisamente la gente comincia a puntarti il dito contro, ad accusarti di qualsiasi cosa, a guardarti con occhi diversi, catturati da quella singola voce o notizia.
Si pensi al caso Ferragni con i panettoni: che la famosa influencer sia colpevole o meno non si sa, ma è indubbiamente vero che, con la diffusione della notizia, i suoi progetti siano andati in fumo. Ha perso migliaia di follower, centinaia di hater si sono scagliati contro di lei sui social, cancellato importanti collaborazioni con altre imprese e altri marchi ed infine ha perso un ingente quantitativo di profitti, perché sempre meno gente continua ad acquistare i suoi prodotti. Questo discorso è anche applicabile però anche alle grandi aziende, ai governi o alle scuole.
Anche nell’ambito del collettivo la reputazione fa tanto: nessuno comprerebbe un detersivo che si dice sia prodotto con materiali scadenti; nessuno si fiderebbe di un governo i cui esponenti sono indagati in un caso di truffa e nessun genitore iscriverebbe il proprio figlio ad una scuola di cui si lamenta la scarsa preparazione di base.
Ma, quindi, la reputazione va tenuta in considerazione o no?
Charlie Chaplin diceva di non curarsi della reputazione, ma di prestare attenzione solo alla coscienza. Nonostante la saggezza contenuta in questa affermazione, bisogna ammettere che non è sempre possibile nella società. Questo perché la gente ama parlare e criticare qualcosa e, quando si stanca, cambia subito bersaglio, dunque è difficile non dare peso alla reputazione.
Certo è che tentar non nuoce e, quindi, si può comunque cercare di mantenere alta la propria reputazione mostrando e dimostrando agli altri ciò che si è in realtà e quanto veramente si vale, senza però commettere l’errore di mantenere un certo atteggiamento nei confronti di chi è giudicato male e invece comportarsi nello stesso modo con tutti, sperando che gli altri abbiano l’umanità di seguire il nostro esempio.

Francesco Pugliese, classe quinta

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