Il Cristo giallo nella ricerca postimpressionistica di Gauguin

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Un cristo di forte impatto mistico è il Cristo giallo di Paul Gauguin, dipinto nel 1889 dal pittore durante uno dei soggiorni a Pont-Aven in Bretagna.


Il pittore vuol riproporre nella quotidianità dell’osservatore il mistero del sacrificio, sottolineando la dimensione sacra di rinascita della vita. Anche il colore giallo, che domina nella tela, rimanda simbolicamente alla sofferenza di Cristo sulla croce, in cui l’artista identifica se stesso e la sua inquietudine esistenziale, e, nello stesso tempo, alle messi di grano, segno di speranza e di futuro, collegandosi così al Messia: il passaggio dalla sofferenza alla rinascita. Una visione della vita quasi arcaica, ispirata a un archetipo cristiano, tipico di una società incontaminata quale la campagna francese di Pont-Aven.
Il Cristo, posto al centro del paesaggio, crea un’atmosfera di sacralità; dipinto con un colore irreale, è fortemente drammatico: si staglia ancora di più per via di una linea di contorno spessa e scura su una superficie tutta piatta senza sfumature (termine francese cloisonnisme), un riferimento, questo, alle vetrate gotiche, probabilmente un collegamento alla scelta del soggetto religioso. La composizione propaga una luce di quieta serenità, infatti, è la croce, salvezza dell’umanità, a dominare su tutto.

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala” (Vangelo di Giovanni 19,25)

Nell’opera si notano delle semplici donne contadine bretoni abbigliate con abiti tradizionali dell’epoca e copricapi bianchi, mentre sono inginocchiate attorno al crocifisso, assorte in profondo silenzio di preghiera, poste su un fondale paesaggistico collinare soleggiato. Gli alberi colorati di rosso risaltano sul giallo e, a tratti, sul verde delle colline si possono intravedere anche delle piccole casette e una strada sterrata.
Il critico Octave Mirbeau definì il dipinto “una gustosa e inquietante mescolanza di splendore barbaro, liturgia cattolica, meditazione indù, iconografica gotica, oscuro e sottile simbolismo”.
Gauguin lascia infatti trasparire nel Cristo giallo una visione antinaturalistica della realtà, rappresentandola non come si mostra ma come l’avverte dentro; non usa colori reali ma solo colori primari e secondari, pennellate di colori uniformi, stesi direttamente sulla tela. La scena è completamente bidimensionale, lo spazio è diventato prettamente decorativo, un richiamo alle stampe giapponesi in voga in quel periodo.
L’ispirazione per la realizzazione di questo dipinto è da attribuirsi a un crocifisso ligneo policromo di un pittore minore, di epoca tardo-medievale, ammirato nella cappella di Trémalo, una frazione di Pont-Aven. Il quadro non verrà mai venduto dal pittore per ragioni di interesse affettivo: il volto di Cristo è il suo autoritratto, un’allusione al modo di concepire l’arte che non sarà mai apprezzata e riconosciuta dalla società di fine Ottocento. 
Sospeso tra sensualità e spiritualità, il Cristo Giallo di Gauguin preannuncia l’esperienza umana e artistica che il pittore sta per vivere: il Postimpressionismo.
Il termine, coniato dall’inglese Roger Fry nel 1910, è attribuito al movimento storico-artistico dell’ultimo ventennio dell’Ottocento, che portò alcuni artisti a indagare la natura con ricerche e studi personali.
Si tratta di una reazione all’impressionismo o addirittura di un suo superamento, andando oltre la rappresentazione oggettiva della natura. Gli esponenti principali sono Paul Cézanne, Vincent Van Gogh e Paul Gauguin (1848- 1903), che con le loro idee creative, le nuove tecniche di dipingere, di costruire le immagini, di rappresentare nuovi temi e linguaggi, spianeranno la strada alle nascenti avanguardie artistiche del Novecento. L’indagine è rivolta soprattutto alle emozioni suscitate dalla percezione degli oggetti, con la conseguente rappresentazione della realtà in modo costantemente più soggettivo, attraverso l’espressione di stati d’animo.
I postimpressionisti ritornano a disegnare, a usare la linea di contorno, a dipingere nel proprio laboratorio, a utilizzare tele di grandi formati. Cézanne sarà interessato allo studio della scomposizione della realtà in forme geometriche: cono, cilindro, sfera; Van Gogh andrà alla ricerca di una tecnica nuova espressiva del dipingere con pennellate virgolettate; invece, Gauguin utilizzerà lo stile sintetista, antinaturalistico; tutti indagano la natura secondo diversi punti di vista.
Le esposizioni dei loro quadri al Salon des Indépendants suscitano scalpore e accese polemiche tra i più importanti critici e il rifiuto categorico da parte dell’élite della società francese, che non accetta le tecniche innovative così lontane da quelle accademiche. Tuttavia, la strada che ormai i giovani artisti emergenti dovranno percorrere è stata tracciata dal gruppo postimpressionista: bisogna seguirla senza nessun timore, senza voltarsi mai più indietro.

 

Autore: Paul Gauguin
Data: 1889
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 92,5×73 cm
Ubicazione: Albright-Knox Art Gallery, Buffalo

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