La vita? Una gara di resistenza, non di velocità

Alt tag

Senso di infelicità e di affaticamento, fino a vere e proprie patologie di tipo depressivo, negli ultimi anni stanno condizionando la vita di noi giovani.

Ma perché siamo scontenti? Come dice lo scrittore Marcello Veneziani, in uno dei suoi libri: “Siamo scontenti perché non ci piace il mondo in cui viviamo.”
È oggettivamente vero che ci muoviamo in un mondo “migliore” rispetto a quello di ieri, abbiamo una aspettativa di vita più ampia, viviamo in una situazione economica più florida, disponiamo di mezzi tecnologici, di farmaci, l’istruzione è accessibile a tutti, la sanità è garantita ad ogni persona, allora perché siamo insoddisfatti?
Evidentemente i desideri sono aumentati a dismisura, fino a prevalere sulla realtà dei fatti.
Conduciamo una vita ricca di aspettative, rivolta alla ricerca perenne di qualcosa che si trova sempre più in alto, basti pensare alla vita di un bambino comune, costretto a innumerevoli attività e impegni solo per i desideri dei genitori. Proviamo a pensare alla vita di noi ragazzi, una vita caratterizzata da continue sollecitazioni esterne, che non fanno altro che alimentare una competizione non sana, che ci fa correre e ci fa sentire perennemente in affanno; siamo sottoposti ad una serie di scadenze raggruppate in breve periodo di tempo, inseguiamo desideri da standard elevati, quasi irrealizzabili, viviamo con l’ossessione di raggiungere dei sogni. Perché, invece, non pensiamo che alcuni sogni sono come le stelle? Inarrivabili, ma è bello alzare gli occhi e vedere che sono ferme in quel punto.
In una realtà in cui vige il nichilismo, è necessario, molto probabilmente, riscoprire il poeta latino Orazio che nell’Ode 1,11, è in dialogo con Leuconoe: tra i due c’è una vicinanza amorosa e Orazio esorta la ragazza a non “cercare” il futuro attraverso dei calcoli astrologici, ma la esorta al Carpe diem;  è un invito a non cercare qualcosa che non c’è: in questo caso il futuro. In un’epoca in cui la nostra vita è piena di domande e preoccupazioni, il poeta latino Orazio, attraverso il suo celebre motto “Carpe diem”, ci sollecita a non porci troppe domande nella vita, ma a cercare la bellezza in ogni suo aspetto, godendoci i momenti che essa ci riserva: solo così possiamo recuperare il fiato per poter vincere questa gara di resistenza chiamata vita.
Solo così possiamo tornare ad contenti del mondo in cui viviamo!

 

Lorenzo Miani, classe quarta

 

Autore

Instagram
Skip to content