Lo spazio-tempo: la teoria di Einstein resa “tangibile”

Lo spazio e il tempo si deformano. Detto così, sembra l’incipit di un romanzo di fantascienza. Invece, la natura è in grado di dare origine anche a certe stupefacenti circostanze e produrre risultati che apparentemente vanno al di là di ogni razionalità. La mente geniale di Albert Einstein riuscì ad intuire un fenomeno così straordinario, che espresse nella teoria della relatività: lo spazio e il tempo si deformano in prossimità di corpi molto massicci oppure quando un corpo si muove a una velocità tanto elevata da essere comparabile a quella della luce. Eppure, malgrado tutto lo stupore che può generare un’informazione di questo calibro, molto spesso anche questa teoria è destinata a perdersi nel marasma di nozioni e informazioni puramente teoriche apprese a scuola e a rimanere nient’altro che una frase o una formula del tutto astratta dalla realtà.

O probabilmente questo è quello che le sarebbe capitato se uno dei docenti di fisica del nostro liceo, il professor Francesco Rana, non avesse proposto la realizzazione di un modello dell’universo che ci permettesse di osservare la teoria di Einstein in azione. Iniziato diversi anni fa, il modello dello spazio-tempo prevede uno scheletro di acciaio sulla cui superficie cava superiore è inserita una trama di 120 fili elastici tra loro strettamente intrecciati a formare un rete di quadratini da 5 mm per lato. Sottostante, vi è una clessidra in polionda che rimanda allo scorrere del tempo.

L’esperimento è alquanto semplice, ma al contempo rivoluzionario: posto un peso sulla rete, questa, comportandosi come lo spazio, si curva verso il centro e ciò fa sì che collocato un altro corpo di massa minore, a cui è stata impressa una certa velocità, questo ruoti, avvicinandosi man mano al corpo principale, concorde al pensiero del grande scienziato per il quale la gravità anziché una forza è piuttosto la dimostrazione della curvatura dello spazio. Spiegata più dettagliatamente e rese suggestiva ed efficace dalle immagini che vedono protagoniste la Terra e la Luna immerse nel nero pece dello spazio, la relatività di Einstein è esposta in un video realizzato dal professor Rana e da alcuni studenti, tra cui la speaker Mariangela Cannone.

Formativo e interdisciplinare, questo progetto, che ha visto anche l’utilizzo della lingua internazionale, l’inglese, rappresenta la realtà su cui si basano i nostri studi e che sovente, per concentrarci su questi ultimi, trascuriamo.

 

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